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MusicZone – Salmo & Noyz

CVLT

SALMO e NOYZ NARCOS, ecco il joint album!

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Sai cosa succede quando un genio del rap come Salmo fa squadra con il leggendario Noyz Narcos? BOOM! Esce fuori un album bomba chiamato “CVLT” che spacca! E aspetta, la cosa non finisce qui…
Preparati a entrare nel mondo del brivido, perché il cortometraggio promozionale è niente meno che una creazione del maestro dell’horror, Dario Argento!
Questo duo dinamico ha mescolato le loro differenze e le loro simpatie in un mix esplosivo. L’album è un trip che celebra entrambi i loro stili, dando spazio anche alla sperimentazione. Non vediamo l’ora di sentire questa bomba il 3 Novembre 2023!

“CVLT” è un disco che prima ancora della musica celebra un rapporto di stima tra Salmo & Noyz Narcos e soprattutto una passione comune, quella verso l’horror e tutta quella sottocultura splatter e gore. Un disco che era nell’aria da un decennio. Intento che poi è diventato realtà. Il loro stile nel forgiare barre e elaborare le loro canzoni ha sempre abbracciato il mondo dell’orrore.
Una sacra alleanza che fonde e miscela esplosivi rap diversi ma che alla fine prendono energia dalle stesse basi socio-culturali. Quindici brani che hanno la produzione di Luciennn, Sine, Ford78 e dello stesso Salmo. CVLT è – prima e sopra tutto – un disco rap. Di rap quello vero, senza fronzoli. Se è quello che possiamo aspettarci da un king del genere come Noyz, non era affatto scontato per uno come Salmo che mentre ci chiacchieriamo ci tiene a chiarire: «È il primo disco tutto rap, mi sa». Quindi un disco nudo e crudo come rap comanda, fatto di beat, barre e punchline.

Solo tre i feat, quello di Marracash nel pezzo di ispirazione Prodigy “Respira”, Kid Yugi nella title track e Coez e Frah Quintale che rendono super hip hop e stilosissima My Love Song 2.
Una scelta ben precisa per non fare il solito disco farcito di collaborazioni famosi che funzionano quasi solo a livello di marketing. CVLT, e questo sarà forse il punto preferito dai fan, si costruisce attorno agli elementi comuni dell’estetica narrativa e visiva dei due rapper, quel mondo horror gore che in vent’anni di carriera Noyz e Salmo hanno codificato a partire dai tempi di TruceKlan e The Island Chainsaw Massacre.

Un’estetica fatta di rosso sangue (come la stessa scritta CVLT in copertina che ricorda un po’ gli horror e i b-movie splatter anni ’70 e che ha portato alla rimozione da parte della polizia di Milano di uno dei cartelloni promo del disco: «vogliono boicottarci ma per noi è stata solo pubblicità gratis», il commento di Salmo), di incubi e demoni interiori, di riferimenti cinematografici continui nell’omaggio a Tarantino e Rodriguez in Grindhouse e ancora dal campionamento dei Blues Brothers in Nightcrawlers e in quello della filastrocca di Nightmare (che diventa poi un ritornello di Salmo) in Incubi.

Un cerchio che si chiude e sublima – tra citazioni cinematografiche e amore per l’horror («ai nostri tempi era ciò che si vedeva tra ragazzini alternativi») – nella collaborazione tra i due e il maestro dell’horror Dario Argento, che ha firmato lo short film che ha lanciato il disco. «Dario è un king, è una primizia italiana», raccontano, «potevamo anche andare da un regista all’estero, ma perché farlo quando il migliore ce l’hai qua? Tarantino impazzirebbe a fare una collaborazione con Dario Argento come l’abbiamo fatta noi». E ancora: «Si è visto qualche nostro video e probabilmente ha pensato che potevamo recitare, che ci credevamo, che ci piaceva quel mondo». E così i due si sono fatti ammazzare nello short film, ancor prima che il disco fosse uscito: «Certo, farsi ammazzare prima dell’uscita del disco non è una grande idea a pensarci, ma magari potremmo fare un prequel o uno spin-off di quel progetto».

La forza di CVLT, e che non deluderà gli hardcore fan di entrambe le fanbase, è che i due assieme suonano davvero affiatati. Si scambiano il microfono con naturalezza (per trovare un esempio del genere in Italia bisogna tornare indietro a Santeria di Marracash e Guè), masticando sfumature dello stesso linguaggio.

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