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MusicZone – Ligabue

DEDICATO A NOI

A 3 anni dal suo ultimo lavoro discografico , il 22 settembre è uscito DEDICATO A NOI (Warner Music Italy), il nuovo album di inediti di LUCIANO LIGABUE .

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L’album è stato anticipato in radio dal singolo RIDERAI, scritto da LIGABUE e prodotto dallo stesso Luciano insieme a Fabrizio Barbacci . Il video lyric del brano ha la regia di Arnaldo Catinari e il montaggio è curato da Riccardo Guernieri In attesa del nuovo album, il LIGA sarà protagonista di due concerti negli stadi di Milano e Roma: mercoledì 5 luglio , allo Stadio San Siro di Milano e venerdì 14 luglio allo Stadio Olimpico di Roma. Ma gli appuntamenti non finiscono qui: LIGABUE infatti ha da poco annunciato un nuovo tour che dal 9 ottobre lo porterà in tutta Italia e dove presenterà anche in versione live il nuovo album.

Ligabue riparte dal “noi”. Dal senso di comunità, da quel desiderio di salvare la pelle che ci accomuna tutti e che dovrebbe in qualche modo unirci, farci accettare l’un l’altro. Senza dimenticare che da quel “noi” possono partire anche piccoli e grandi cambiamenti personali e di società. “Dedicato a noi”, il suo nuovo album in uscita il 22 settembre, è inoltre una risposta alla paura del futuro, per questo il rocker di Correggio, coadiuvato ancora da Fabrizio Barbacci, ha impiegato anni per realizzare questo progetto, “il tempo più lungo in carriera dedicato a un disco”, ammette Liga, che lo aveva già iniziato a immaginare allo scoppio della pandemia. Dal 9 ottobre, all’Arena di Verona, tornerà in tour saziando quella “dipendenza dai concerti” che lo ha portato a non mollare mai, anche nei momenti più bui.

“Ho sofferto molto a causa delle condizioni generate dalla pandemia. Ho vissuto, come tante persone, delle tragedie: se n’è andata la madre di mia moglie. In tanti hanno provato dolore in quel periodo. Inoltre io non potevo fare quello che ho sempre voluto fare: salire un palco per un concerto. Dopo quel buio, ci sono stati diversi momenti con cui ho provato a saziarmi: il Campovolo, la grande festa per i trent’anni di carriera, sette live all’Arena di Verona e alcuni club in Europa. Ora mi trovo qui, sì, credo con una maggiore consapevolezza su quello che ho fatto ed è tutto figlio anche della pandemia, che bloccandomi mi ha costretto a riflettere sul mio percorso, nel bene e nel male”.

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“Ho visto l’inizio di sei decenni e non me ne ricordo uno così terribile. La partenza degli anni ’90 non fu certo una passeggiata, neppure quella dei 2000 con l’attacco alle Torri Gemelle. Ma questa volta c’è di più: la pandemia, il ritorno della guerra nel nostro continente, le catastrofi causate dal cambiamento climatico, oltre alla cronaca nera che ci racconta, attraverso per esempio i femminicidi, quanto sia in atto un’arretratezza culturale. In tutto questo, la Generazione Z, stando a quanto emerge dagli psicologi che seguono molti ragazzi e ragazze, non sembra vedere un futuro e in certi casi neppure lo cerca. Tutto ciò mi devasta. Io vivo in una bolla, non posso fare altro che usare le mie antenne, la mia sensibilità per notare che questa frammentazione e queste paure portano sempre di più all’isolamento. Da qui la necessità, oggi più che mai, di un ‘noi”.

“È un noi plurimo. Il mio primo noi, quello a cui mi rivolgo quando ho paura, è il ‘noi’ di coppia. Poi c’è il ‘noi’ della famiglia. E poi c’è il ‘noi’ che io vivo quando salgo sul palco: a unirmi con il pubblico ci sono i valori che inserisco nelle canzoni. C’è anche il ‘noi’ che tiene strette tutte quelle persone che hanno il desiderio di viaggiare nel giusto, seguendo certi principi. Anche in passato ho utilizzato il ‘noi’, ma era consolatorio, raccontava chi si sentiva e si sente fuori posto: la canzone ‘Non è tempo per noi’ ne è un esempio. Credo che il riconoscersi, il sentirsi ‘noi’ possa rompere l’isolamento, possa portare le persone ad aprirsi”.

Che il Liga abbia ritrovato un po’ del suo talento perso nei meandri del tempo, per me è cosa ormai evidente! Già questo di per sé, è un punto a suo favore perché non c’era per forza bisogno di un altro album di inediti per celebrare 30 anni di carriera; invece il Lucianone nazionale vuol farci ascoltare brani nuovi, che non hanno in questo modo la necessità di uscire tanto per uscire, ma anzi, hanno intrinseco in essi, la certezza che ogni intenzione è frutto di una grande esigenza nel comunicare qualcosa di particolare!

“La ragazza dei sogni” è forse uno dei migliori brani degli ultimi dieci anni, dove ritroviamo un Ligabue ispirato nel testo e trascinato da un inciso potente e che riesce ad inchiodarti e mai stancarti.

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“Mi ci pulisco il cuore” è quel mid tempo che dà sensazioni di vecchi ricordi ma che non sconfina mai nel già sentito. Un equilibrio perfetto per uno dei brani più belli dell’album. Per me già una piccola perla.

“Si dice che” è un rock che porta sonorità moderne fra chitarre potenti e batteria che tiene il tempo in modo incisivo e penetrante. Il testo è una sorta di testamento verso la realtà che il Liga sta vivendo, tenendo sempre presente del suo passato pieno di mille sfumature. Non è una canzone su quello che è stato ma su quello che è!

“Un minuto fa” si apre con la chitarra acustica che fa da incipit stupendo e ci riporta negli anni 90. Sonorità da “Buon compleanno Elvis”, una scia che ripercorre passi già visti. L’inciso tiene su il brano anche se forse qui siamo ad un livello inferiore rispetto alle tre tracce già ascoltate, ma siamo comunque su una qualità ben al di sopra della sufficienza.

“Essere umano”, un altro rockettone e ancora più potente del primo. Qui Ligabue mette dentro un inciso pronto per i live, ed è proprio questa la sensazione che si ha nell’ascoltare questo pezzo: il nuovo rock per i prossimi concerto e chissà, magari, proprio la canzone d’apertura dei concerti post-covid. Testo molto ispirato che è una fotografia dell’essenza degli essere umani a discapito di un becero apparire!

“Oggi ho perso le chiavi di casa”. Atmosfera intima, che con il passare dei secondi vede l’ingresso di altri strumenti e mai di elettronica. Infatti, l’album porta con sé un Luciano Ligabue puro, vecchio stile, senza nessun ingresso della computerizzazione nella musica: altra scelta vincente. Il brano ha forse nell’inciso il suo punto più debole che non risalta come le strofe piene di ritmo e ispirate nel testo ma sì, è un altro brano da 7!

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“Volente o nolente” con Elisa, è la migliore ballata dell’album che non solo ha una melodia dolce e perfetta per l’alternarsi della voce dei due artisti, ma ha anche quell’inciso radiofonico che può entrare nel cuore dell’ascoltatore comune. Magari non sarà un brano che metterei nella top 5 degli ultimi anni ma è comunque godibile e con un testo che ha un suo perché!

Insomma, è un album che resta su alla grande, con alcuni brani che fanno dire senza dubbio che è tornato il migliore Ligabue degli ultimi anni, ispirato e con nuove idee musicali. Bravo Liga, i 60 anni portano sempre un grande rinnovamento!

Lista Brani

  1. Così come sei
  2. La parola “amore”
  3. La metà della mela
  4. Dedicato a noi
  5. Musica e parole
  6. Una canzone senza tempo
  7. Quel tanto che basta
  8. Niente piano B
  9. Chissà se Dio si sente solo
  10. Stanotte più che mai
  11. Riderai
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